@ MEDIONAUTA http://www.medionauta.org
via F. Borsieri 6 – ingresso via F. Confalonieri 2
Milano, Isola | M2Garibaldi
Ingresso 5 €, inclusa tessera annuale associazione Medionauta
Sabato: 9, 16, 23 novembre e 14, 28 dicembre – h 20.30
Spesso si parla di Argentina per il tango o l’arrivo di qualche calciatore famoso, o ancora per le cicliche crisi finanziarie, ma cosa conosciamo veramente di questo affascinante paese a cui ci unisce un antico legame di sangue? Diritti Umani, realtà sociale, esilio, usi e costumi, sono alcuni degli ingredienti principali selezionati per questa rassegna con lo scopo di mostrare al pubblico italiano (e non solo) un cinema che raramente arriva nelle nostre sale.Neorealismo e surreale, realtà e finzione, grottesco e drammatico sono alcuni dei generi attraverso i quali si manifestano i desideri, le delusioni, la nostalgia, l’esilio e il ritorno, i diritti umani, le passioni manifeste e occulte, le gelosie e le riconciliazioni contenuti nella proposta cinematografica e che saranno oggetto dei dibattiti condotti da Alejandro Librace.
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Sabato 9 Novembre 2013 ore 20.30
“El Útimo Tren”, di Diego Arsuaga (2002, 94 min.): Una potente azienda hollywoodiana sta per acquistare una storica locomotiva uruguayana del XIX secolo, per utilizzarla in un film. La notizia, pubblicata con risalto su tutti i mezzi di informazione, provoca l’indignazione degli anziani membri dell’associazione “Amici delle Rotaie”, che considerano la ‘Locomotiva 33’ un pezzo di memoria storica nazionale, e che non può essere ceduta agli stranieri. Tre di loro, accompagnati da un bambino, rubano la locomotiva e partono per un viaggio attraverso il paese con l’intento di suscitare scalpore e indignazione contro la vendita. Inseguito dalle forze dell’ordine, il gruppetto percorre le linee abbandonate dell’interno, ricevendo aiuto dagli abitanti dei villaggi che sono rimasti isolati quando i collegamenti ferroviari sono stati dismessi.
Sabato 16 Novembre 2013 ore 20.30
“La Próxima Estación”, di Fernando “Pino” Solanas (2008, 115 min.): un documentario dedicato alla storia delle ferrovie in Argentina. All’inizio degli anni ‘90, le imprese di stato vengono privatizzate assieme ad altri importanti settori economici con la promessa di modernizzare i servizi di base, tra cui quello ferroviario. In realtà, i treni interurbani vennero soppressi, causando l’isolamento di migliaia di persone e la migrazione di un milione di persone verso la capitale. “I treni sono stati privatizzati perché causavano delle perdite. Ma i servizi pubblici servono a fare guadagni o a servire la comunità? “Oggi le ferrovie costano 3 milioni di pesos al giorno e funzionano solo in un 20% rispetto al passato” racconta Solanas in questo documentario, non solo facendo riferimento a dati socio-economici, ma ripercorrendo storie, idee e proposte degli uomini che hanno dato vista al sistema ferroviario nazionale. Solanas si mostra fiducioso verso il futuro, molte volte prendendo come spunto le parole dei lavoratori. La ricostruzione delle ferrovie verso un sistema di gestione che includa anche i passeggeri e i lavoratori è secondo il regista un’urgenza economica, ma anche una battaglia culturale!
“Los trenes volverán, como vuelven los días, los meses, las estaciones…
Los trenes volverán, para seguir uniendo pueblos, regiones y ciudades…
Los trenes volverán, como van y vuelven, los pasajeros, las cargas y mensajes…
Los trenes volverán, simplemente, por el placer de viajar:
como el agua, la luz o el amor, no es posible vivir sin ellos.” (Pino Solanas).
Sabato 23 Novembre 2013 ore 20.30
“El Sueño de Valentín”, di Alejandro Agresti (2002, 86 min.): è la storia di un bambino di 9 anni che vive insieme al padre e alla nonna. Quest’ultima ha perso la voglia di vivere dopo la morte del marito. Con la speranza di ritrovare la madre che l’ha abbandonato all’età di tre anni, insieme al suo amico del cuore decide di voler diventare astronauta. Affronteranno insieme una dura preparazione per un’ipotetica spedizione nello spazio. Il film del regista Alejandro Agresti è un’opera fortemente autobiografica che ci fa vedere attraverso gli enormi occhiali del bambino, l’Argentina degli anni’60. Commovente, dolce, emozionante, questo piccolo film è un gioiellino, uno di quelli che si trovano nascosti fra le centinaia di pizze che circolano nei nostri cinema e che, una volta trovati, provocano un grande piacere!
Sabato 14 dicembre 2013 ore 20.30
“Sur”, di Fernando “Pino” Solanas, (1988, 120 min.): vincitore della Palma d’Oro a Cannes è l’ideale prosecuzione di Tangos, El Exilio de Gardel attraverso una storia d’amore. Il ritrovarsi di una coppia rappresenta il ritrovamento del proprio paese e delle proprie radici. Un film che rappresenta il trionfo dell’amore sul rancore, della libertà sull’oppressione, del desiderio sul timore e della vita sulla morte! La splendida interpretazione di Miguel Angel Solá e Susú Pecoraro è accompagnata dalle splendide musiche di Astor Piazzolla, Aníbal Troilo e Mariano Mores, e dall’intramontabile voce di Roberto “el polaco” Goyeneche. Sur è sinonimo di dignità e della realizzazione del sogno dei sogni……….L’atmosfera di irrealtà, magia e realtà possono ricordare il grande Federico Fellini, maestro nel saper mescolare i vari piani del quotidiano e del fantastico. Infatti lo stile del racconto ricorda molto Amarcord (1973). Anche in Sur il personaggio è un uomo che si muove in un’atmosfera incantata e il mondo è la notte che da sempre è considerata un luogo dove tutto può succedere, e la realtà può prendere pieghe diverse, dove l’immaginazione e la fantasia possono essere messe al primo posto. E il personaggio del “sordomuto” rappresenta simbolicamente tutti coloro che seppero dire di no alla dittatura. Sur è il sogno dei sogni: il sogno degli uomini liberi del Sur. “Proyecto Sur” non è solo fantasia e utopia, ma il programma culturale e socio-politico che Solanas attualmente, porta avanti insieme ai suoi collaboratori.
Sabato 28 dicembre 2013 ore 20.30
“Seres Queridos”, di Teresa de Pelegrí e Dominic Harari (2004, 89 min.): Leni, giovane ragazza ebrea, vuole presentare alla famiglia il suo nuovo amore Rafi, un intellettuale palestinese. Sulle prime i fidanzati decidono di non rivelare l’origine musulmana di lui e in attesa che il capofamiglia torni a casa per cena, i due si trovano ad affrontare tragicomiche situazioni con i vari parenti, che si comportano in modo strano. Girato a quattro mani e quattro occhi da Teresa De Pelegrí e Dominic Harari, marito e moglie spagnola lei inglese lui, il film nasce e si nutre delle ossessioni dei due autori stessi: la famiglia, il sesso ed il Medio Oriente. Convinti, con ragione, che uno dei più grossi problemi di oggi sia «come evitare di uccidere la persona con cui dobbiamo convivere» (una convivenza fortemente intesa con doppia valenza privata/sociale) firmano una commedia dai ritmi sostenuti e dallo svolgimento pregnante, dove ogni situazione e battuta rivela paranoie latenti e nevrosi manifeste: la presenza di un arabo all’interno della famiglia ebrea palesa l’angoscia contemporanea di avere il nemico letteralmente dentro casa, mentre la paura di essere uccisi sfuma nel terrore di aver ucciso. La pellicola ricrea all’interno di un appartamento, dentro un «territorio occupato» quindi, le lacerazioni e i conflitti del dissidio arabo-israeliano, riuscendo a rimanere in gustoso equilibrio tra dramma e farsa grottesca. Pregio dei due registi è quello di non limitarsi ad identificare le cause dell’odio nelle incomprensioni storiche tra i due mondi, ma di far esplodere le contraddizioni all’interno del medesimo nucleo in un feroce crescendo di reciproche accuse. Nella strampalata famiglia di Leni si ritrovano, infatti, tutte le sfumature di una società complessa e in continuo disaccordo con sé stessa ed il merito maggiore di questa commedia crudele e astuta, è quello di fondere la tematica di marca politica-religiosa con quella spudoratamente sessuale, cercando in maniera divertita di trovare nelle gioie del sesso (e dell’amore) l’antidoto alla rabbia e alla vendetta.
–> A seguire Festa di Fine Anno!